Zanzara Tigre, un esperimento a Procida: quando la scienza si fa comunità
Nel cuore del Mediterraneo, su un’isola di appena 4 chilometri quadrati, prende forma un esperimento che ha il sapore di qualcosa di nuovo. Unisce scienza, arte e coinvolgimento civico. L’obiettivo? Combattere la Zanzara Tigre, un insetto tanto piccolo quanto insidioso. La tecnica utilizzata è quella della SIT – Sterile Insect Technique, una strategia di controllo biologico che prevede il rilascio di maschi sterili per ridurre la popolazione selvatica. Ma la vera novità non è solo scientifica. È sociale.
Per raccontare questo esperimento abbiamo intervistato direttamente Marco Salvemini, genetista molecolare, specializzato nello studio dei meccanismi che determinano il sesso negli insetti, e mente ideatrice del progetto partito nel 2015 proprio sull’isola in cui è nato: Procida.
La Zanzara Tigre e il laboratorio naturale di Procida
La scelta di Procida non è casuale. Nonostante le dimensioni ridotte, l’isola ospita circa 10.000 abitanti durante l’anno, che diventano più di 20.000 nei mesi estivi. Una densità abitativa paragonabile a quella di una città di medie dimensioni, e quindi terreno ideale per la Zanzara Tigre, che ha bisogno proprio di questo: presenza umana, acqua stagnante, microclimi favorevoli. Il tutto, in un contesto facilmente raggiungibile e privo di aree impervie, perfetto per uno studio sul campo.
Ma non è solo l’ecologia a rendere Procida il luogo ideale. È anche la dimensione sociale: qui tutti si conoscono, la partecipazione collettiva è possibile, e la relazione tra cittadini e territorio è viva.
Quando la ricerca diventa un fatto di comunità
Nel 2015, Marco Salvemini comincia a lavorare al progetto SIT con pochi mezzi e molta determinazione.
«Abbiamo iniziato a lavorare senza pianificare tutto in partenza, ma mettendoci nelle condizioni di portare avanti il progetto grazie a ogni singolo aiuto – spiega Salvemini – è stata un’ottima intuizione perché questo ci ha portato nella direzione giusta».
Nella parte iniziale del progetto, il supporto è arrivato soprattutto dall’amministrazione locale e da un piccolo gruppo di volontari. Ma, passo dopo passo, la ricerca scientifica si è trasformata in qualcosa di più: una forma di Citizen Science vera e propria, capace di coinvolgere la popolazione in modo crescente e spontaneo.
Il momento di svolta arriva nel 2019, quando Salvemini incontra un gruppo di giovani dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, con cui condivide una visione partecipativa del sapere. Il loro lavoro si basa sulle relazioni umane, sull’arte come strumento per creare connessioni, per parlare di scienza senza l’obbligo della razionalità tecnica.
«Molte volte, da ricercatori, spieghiamo i concetti in modo razionale, ma questo non basta. La chiave è creare relazioni autentiche, coinvolgere le persone».
Procida Capitale della Cultura: la scienza incontra l’arte
Nel 2022, Procida viene nominata Capitale Italiana della Cultura. È un’occasione irripetibile.
Il progetto di Salvemini entra ufficialmente nel programma “Procida Capitale” e si struttura in un esperimento su larga scala: monitorare la Zanzara Tigre attraverso una rete capillare di dispositivi distribuiti tra i cittadini.
Questa volta non si usano le tradizionali ovi-trappole, ma le gravi-trappole, progettate per attirare femmine già fecondate, pronte a deporre le uova. E soprattutto, si coinvolgono 400 famiglie, ciascuna dotata di una trappola e di una app per inviare ogni due settimane la documentazione fotografica dei risultati. In cinque giorni, vengono distribuite tutte le trappole: un’efficienza mai vista prima.
«Le persone non si sentivano semplici destinatari del progetto, ma parte viva della comunità – racconta Salvemini – venivano spontaneamente a ritirare le trappole perché si sentivano protagoniste».
Il coinvolgimento viene favorito da strumenti particolari, pensati con gli artisti dell’Accademia: piccoli doni simbolici, come tavolette di cioccolato a forma dell’isola, che aiutano ad avviare relazioni, creare fiducia.
«Siamo andati dai cittadini con un regalo: delle tavolette di cioccolata a forma dell’isola di Procida. Un gesto per rompere il ghiaccio e avviare un dialogo creando un contatto umano».
Sono stati poi realizzati murales collettivi con le foto dei cittadini e un censimento 3D: oltre 2.000 persone sono state scannerizzate e riprodotte come statuine, poi esposte in un’installazione pubblica donata al Comune.
Dalla prevenzione al controllo attivo: i maschi sterili in campo
Nel 2023 il progetto entra nelle scuole di Procida con laboratori e attività educative. Ma è solo l’anno dopo, nel 2024 che prende avvio la fase più attesa: il rilascio attivo dei maschi sterili.
L’area scelta copre 7 ettari, in parte connessi all’ambiente circostante, per testare la tecnica in condizioni realistiche. Vengono allestiti oltre 100 siti di rilascio, e ancora una volta, i cittadini non sono solo spettatori: partecipano alla distribuzione mensile degli insetti.
Il risultato? Una riduzione stimata del 50% della popolazione di Zanzara Tigre, accolta con grande entusiasmo dagli abitanti.
«La zanzara era l’obiettivo scientifico, certo. Ma a un certo punto è diventata anche un pretesto per unire le persone e per creare una comunità attorno a una problematica comune – continua Salvemini – attraverso la partecipazione si costruisce la fiducia».
Questa fase è stata possibile grazie ai fondi del PNRR (programma INF-ACT), che hanno sostenuto sia la logistica sia la produzione dei maschi sterili, affidata al Centro Agricoltura Ambiente Giorgio Nicoli (CAA) di Crevalcore, primo in Italia ad aver adottato questa tecnica. Il metodo è semplice e biologico: maschi allevati e sterilizzati in laboratorio vengono rilasciati in natura per accoppiarsi con femmine selvatiche, che così diventano sterili a vita.
Un modello che parla di futuro
Il caso di Citizen Science di Procida dimostra che la scienza, quando esce dai laboratori e incontra le persone, può diventare uno strumento di cambiamento reale. È un modello che funziona, replicabile in altri contesti urbani o insulari, e che mostra come la partecipazione, se ben guidata, possa diventare un motore potente per l’innovazione sociale.
Ma pone anche una domanda concreta: quali risultati si potrebbero ottenere se questo approccio venisse sostenuto con continuità e risorse adeguate, e se coinvolgesse su larga scala scuole, quartieri, istituzioni?
Un’ulteriore spinta verso questa direzione è arrivata nel dicembre 2024, quando il professor Salvemini ha candidato il progetto di Procida al bando UNESCO per la Decade della Scienza per lo Sviluppo Sostenibile. La risposta si è concretizzata pochi giorni fa: il progetto è stato selezionato tra i 57 approvati a livello mondiale ed è l’unico italiano. Un riconoscimento che rafforza l’idea che quanto costruito sull’isola, tra laboratori di biologia e relazioni di fiducia, possa diventare un riferimento anche fuori dai confini locali.
Nel frattempo, il valore più grande resta quello costruito lungo il percorso: fiducia, relazione, alleanza tra sapere tecnico e cultura diffusa.
Citando il professor Marco Salvemini: «Questo progetto ci ha insegnato che la scienza, da sola, non basta. Servono arte, relazioni, partecipazione. Solo così possiamo davvero cambiare qualcosa».
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