Lo scarabeo giapponese: il piccolo grande nemico dei nostri giardini
Si chiama Popillia japonica, ma è meglio conosciuto come scarabeo giapponese.
Arrivato dall’Asia, questo insetto si è ormai guadagnato un posto tra le specie esotiche invasive più pericolose d’Europa.
Con il termine “specie invasiva” si indica un organismo originario di un’altra parte del mondo che, una volta introdotto in un nuovo ambiente, riesce ad adattarsi e a diffondersi rapidamente. Il problema nasce quando questa presenza “fuori posto” altera gli equilibri naturali locali, danneggiando ecosistemi, coltivazioni e persino il paesaggio.
Lo scarabeo giapponese è stato segnalato per la prima volta nel continente nel 2014 e, negli ultimi anni, ha trovato terreno fertile soprattutto nel Nord Italia: Lombardia, Piemonte e, da poco, anche Alto Adige.
Scarabeo giapponese: come riconoscerlo?
Lo scarabeo giapponese è super riconoscibile: ha un corpo ovale di un verde metallizzato brillante con riflessi bronzei, misura tra 8 e 11 millimetri di lunghezza e tra 5 e 7 millimetri di larghezza.
Un dettaglio che lo distingue da altri scarabei simili – come l’Anomala viti o la Cetonia aurata – sono i ciuffetti di peli bianchi disposti sui lati dell’addome.
È un insetto dal comportamento gregario: si muove e si nutre in gruppo, spesso formando vere e proprie “colonie” su piante e fiori. Vive un’unica generazione all’anno, e gli adulti sono attivi da giugno a settembre, con il picco di presenza intorno a metà luglio. In questo periodo, le femmine depongono le uova nel terreno, da cui nasceranno le larve che sverneranno sotto terra.
Perché è un problema?
Anche se non è pericoloso per l’uomo – non punge e non è velenoso – lo scarabeo giapponese può creare enormi danni all’ambiente.
È un insetto polifago, cioè si nutre di moltissime specie vegetali: più di 300, tra alberi da frutto, ortaggi, fiori e piante ornamentali. Gli adulti rosicchiano foglie, fiori e frutti, lasciando dietro di sé solo scheletri di foglie e coltivazioni distrutte. Le larve, invece, attaccano le radici delle graminacee, provocando l’ingiallimento e il disseccamento di prati e pascoli.
A rendere la situazione più complessa è il fatto che lo scarabeo giapponese ha pochi nemici naturali e riesce a riprodursi facilmente ogni estate. Inoltre, il cambiamento climatico gioca a suo favore: le estati calde e umide sono perfette per la crescita delle larve e per la diffusione degli adulti.
Come affrontare la diffusione dello scarabeo giapponese
Le Regioni più colpite dallo scarabeo giapponese stanno già adottando sistemi di monitoraggio e contenimento, per limitare la diffusione dell’insetto e ridurne l’impatto. Anche i vivaisti e gli agricoltori stanno correndo ai ripari, proteggendo le piante più delicate con teli o reti anti-insetto.
Ma la prevenzione passa anche da noi: segnalare eventuali avvistamenti e seguire le indicazioni delle autorità locali può davvero fare la differenza. Solo unendo gli sforzi di istituzioni, enti, agricoltori e cittadini sarà possibile rallentare la diffusione di questa specie e proteggere la nostra biodiversità.
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