Home » Materiale compostabile: di cosa si tratta?

Materiale compostabile: di cosa si tratta?

«E questo adesso dove lo butto?» è un pensiero che tutti hanno avuto almeno una volta nella vita.

Spesso, l’indecisione deriva dalla confusione generale che si crea attorno a termini come compostabile, biodegradabile e riciclabile. 

In realtà, questi vocaboli, si riferiscono a caratteristiche di prodotto diverse, sulle quali è necessario fare chiarezza per garantire la tutela dell’ambiente e consolidare la raccolta differenziata.

La salute del Pianeta, del resto, dipende sempre di più dalla corretta gestione del ciclo di rifiuti!
L’eco-sostenibilità delle nostre azioni risulta quindi fondamentale in vista dei prossimi anni, interamente orientati sul concetto di economia circolare e riutilizzo dei materiali.

Biodegradabile e compostabile: quali sono le differenze?

Compostabilità è un termine che si riferisce a tutti quei prodotti che, dopo l’uso, possono essere recuperati mediante un processo biologico che trasforma i rifiuti in compost.

Il compost è una sostanza ricca di proprietà nutritive, spesso utilizzato come concime per arricchire il terreno. 
Avanzi di frutta e verdura o scarti di potature – per intenderci – sono il classico esempio di materiale compostabile.

Secondo la normativa europea 13432:2002, per essere definito compostabile, un prodotto deve essere, innanzitutto, biodegradabile nell’arco di 3 mesi,
Inoltre, deve superare i test di ecotossicità, dimostrando di non esercitare alcun effetto negativo sull’ambiente.

I materiali biodegradabili riescono invece a decomporsi naturalmente, approfittando del lavoro di batteri, luce solare e agenti atmosferici naturali.

Per essere definiti biodegradabili, i materiali devono decomporsi entro 6 mesi ed essere assorbiti dal terreno come acqua, sali minerali e altre forme.

Il fenomeno della biodegradazione rientra nel ciclo naturale della vita sulla terra: alla morte degli organismi  i microrganismi presenti nell’ambiente si nutrono del materiale organico, rilasciando acqua e anidride carbonica nell’atmosfera, chiudendo il ciclo.

La differenza principale tra materiali compostabili e biodegradabili è quindi la capacità dei secondi di decomporsi naturalmente e di essere assorbiti dalla natura.

computabile

Materiali riciclabili e non riciclabili: l’importanza della raccolta differenziata

I materiali riciclabili sono i materiali di scarto che possono essere riutilizzati, come vetro, plastica, cartone e legno.

Il riciclaggio dei rifiuti è infatti l’insieme delle pratiche messe in atto per recuperare i rifiuti, evitando di mettere un punto alla loro vita in discariche e inceneritori.

Il materiale non riciclabile corrisponde invece a quella parte di rifiuti che, a causa della sua natura, non può essere riutilizzata e deve essere smaltita diversamente.

Cotone, ceramica e spugne sono solo alcuni esempi di materiali non riciclabili da smaltire in impianti in cui si produce il combustibile derivato dai rifiuti.

Da questa differenziazione deriva l’importanza di saper dividere correttamente i rifiuti attraverso una raccolta differenziata consapevole, capace di trasformare gli elementi di scarto in risorsa.

Oggi l’applicazione del modello di economia circolare fa sì che sempre più aziende producano materiali ecologici, sicuri e riciclabili, abbracciando il concetto di sostenibilità, in tutte le sue forme.

Condividi l’articolo!

Tag

Articoli più letti