Lo stato dell’uso dei pesticidi in Europa
L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha recentemente pubblicato un documento intitolato “Come i pesticidi impattano la salute umana e gli ecosistemi in Europa”, disponibile online a questo indirizzo.
Si tratta di un ottimo lavoro che presenta un quadro sintetico ma allo stesso tempo efficace sul tema dei pesticidi e aiuta a capire le dinamiche in atto in ambito UE-27. Ricordiamo che col termine “pesticida” si indicano le sostanze utilizzate per combattere organismi nocivi alle produzioni agricole (insetti, funghi, batteri ed erbe infestanti), alle derrate nei magazzini, alla salute umana e animale (biocidi), alla rete stradale, ferroviaria, ecc..
Nel decennio 2011-2020, il volume di mercato dei pesticidi in EU-27 è rimasto sostanzialmente stabile attorno alle 350,000 tonnellate/anno. In Italia nello stesso periodo si è registrata una diminuzione di circa il 30%, ma rimaniamo tra i Paesi che utilizzano le maggiori quantità complessive, insieme a Germania, Francia e Spagna, cioè i quattro Paesi con le produzioni agricole maggiori.
Pesticidi: perché è importante ridurne l’utilizzo?
Nel 2019 l’83% dei suoli agricoli testati presentava residui di pesticidi mentre nel 2020, il 22% dei siti monitorati nei fiumi e laghi europei è risultato con valori di uno o più pesticidi sopra soglia di rischio.
Uno studio su vasta scala condotto nel periodo 2014-2021 in cinque Paesi (Repubblica Ceca, Lettonia, Olanda, Ungheria e Spagna) ha rilevato che almeno due pesticidi erano presenti nel corpo dell’84% delle persone analizzate e che i valori riscontrati erano significativamente più alti nei bambini che negli adulti.
La complessità dei fattori in gioco rende difficile quantificare l’impatto dei pesticidi sulla salute umana ma si stanno evidenziando da tempo possibili collegamenti tra livelli di esposizione a certi pesticidi e rischio di alcune malattie croniche, come vari tipi di cancro (ad esempio il linfoma Non-Hodgkin, il mieloma multiplo, il cancro ovarico, al seno, al cervello e alla prostata); malattie neurologiche come Parkinson e Alzheimer; malattie cardiovascolari; ritardo nello sviluppo dei bambini; ridotta capacità riproduttiva in maschi e femmine; problemi cognitivi e respiratori.
Il documento sottolinea anche che l’attuale metodologia di valutazione del rischio applicata in Europa non è idonea a valutare gli effetti dell’esposizione cumulativa a più pesticidi ivi compresi co-formulanti e adiuvanti.
Considerato che non abbiamo la necessità di aumentare le produzioni in quanto la sicurezza alimentare degli europei è garantita dall’attuale capacità produttiva, sarebbe prioritario ridurre la dipendenza dai pesticidi sviluppando modelli di agricoltura sempre più basati su un approccio agroecologico.
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