Giardini storici: la ricostruzione del giardino di Palazzo Ludovico il Moro a Ferrara
I giardini storici rappresentano un patrimonio culturale e ambientale di inestimabile valore; la loro accurata ricostruzione richiede quindi un’attenta combinazione di studi archeologici e botanici.
In questo processo, l’analisi pollinica rappresenta un’importante alleata per far riemergere il paesaggio originale dei tempi passati. Grazie alla loro sorprendente capacità di conservazione, i granuli di polline possono infatti rimanere intatti per millenni, intrappolati nei sedimenti e in attesa di essere scoperti.
Di conseguenza, quando si prelevano campioni di terreno dai resti di un giardino storico, i ricercatori, tramite attente ricerche in laboratorio, possono identificare le specie vegetali che una volta crescevano lì. Questa analisi rivela non solo quali piante erano presenti, ma anche come erano organizzate e quali erano le loro funzioni, sia ornamentali che pratiche.
Applicando queste tecniche al giardino di Palazzo Ludovico il Moro a Ferrara è stato possibile ottenere una visione dettagliata di come era il giardino durante il Rinascimento. I dati raccolti non solo hanno aiutano a ricostruire l’aspetto originale del giardino, ma hanno anche garantito che i restauri rispettassero fedelmente le caratteristiche del periodo storico, mantenendo così l’autenticità e la bellezza del progetto originale.
Scopriamone di più in questo articolo.
Il metodo delle analisi polliniche per la ricostruzione dei giardini storici
Conosciuto anche come Palazzo Ludovico il Moro, il giardino di Palazzo Costabili rappresenta un caso esemplare dell’applicazione delle analisi palinologiche per la ricostruzione dei giardini storici.
Costruito alla fine del XV secolo su iniziativa di Antonio Costabili, segretario del duca di Milano, ha subito, nel corso del tempo, diverse trasformazioni fino a quando, nel 2006-2007, è stato protagonista di un importante progetto di restauro.
Durante i lavori di ripristino e valorizzazione degli spazi verdi del giardino, sono stati condotti studi e ricerche in collaborazione con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-Romagna e il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara.
Nello specifico, sono state eseguite indagini storiche, scavi archeologici per individuare strutture precedenti al Palazzo e analisi archeobotaniche per ricostruire il contesto e le specie vegetali presenti in passato nelle diverse aree del giardino.
Le indagini archeobotaniche hanno mirato a rintracciare le caratteristiche del giardino urbano rinascimentale descritto da Leon Battista Alberti nel De re aedificatoria. Secondo Alberti, il giardino doveva essere circondato da alte mura, con pergolati e piante rampicanti, ricco di graticci con fiori come rose e organizzato in ambienti sequenziali, comprensivo di una fontana e giochi d’acqua, e con sempreverdi per mantenere una certa immutabilità durante le stagioni.
Per scoprire le tracce del giardino rinascimentale, sono stati effettuati carotaggi manuali in aree strategiche del giardino, in modo tale da identificare gli assemblaggi vegetali precedenti e il loro allineamento con lo sviluppo del Palazzo.
L’importanza di restauro e manutenzione per preservare l’eredità storica
Durante lo studio del giardino di Palazzo Ludovico il Moro, sono stati analizzati 10 campioni pollinici provenienti da diverse parti del giardino, trattati con tecniche specifiche.
Le analisi hanno rivelato un paesaggio vegetale ricco e diversificato, con una prevalenza di piante erbacee, ma anche la presenza di alberi come querce e pini.
Inoltre, è stata confermata la presenza di specie legate a orti e coltivazioni di medie dimensioni, un elemento chiave per comprendere l’uso agricolo e ornamentale del giardino in epoca rinascimentale.
Durante i carotaggi, sono stati poi identificati granuli di polline di piante ornamentali come ligustro e bosso, che suggeriscono la presenza di siepi e labirinti tipici dei giardini rinascimentali. Non solo: ciliegi, noci e viti erano ampiamente presenti, a suggerire la coltivazione di alberi da frutto, altro elemento comune nei giardini dell’epoca.
È interessante notare che le indagini hanno evidenziato anche la presenza di piante legate ad ambienti umidi, come giunchi e carici, che confermano l’esistenza di un sistema idraulico, probabilmente una fontana o un’altra struttura d’acqua, tipica dei giardini rinascimentali. I risultati indicano inoltre che il paesaggio vegetale era molto aperto, con ampie zone destinate a prati e coltivazioni.
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