La parola dell’esperto: la farfalla europea Lymantria dispar
Siamo giunti all’ultima puntata de “La parola dell’esperto” insieme alla professoressa Maria Luisa Dindo professoressa ordinaria di Entomologia Generale ed Applicata all’Università di Bologna.
In questo nuovo episodio parliamo della Lymantria dispar, farfalla europea importata volontariamente da un astronomo francese in America, causando danni considerevoli alla vegetazione locale.
Un esempio perfetto, quello della Lymantria dispar, di quello che l’unione tra scarsa conoscenza e l’arroganza che molto spesso contraddistingue i comportamenti umani, può causare.
Lymantria dispar: un regalo europeo indesiderato
Quando si parla di insetti esotici sembra quasi impossibile pensare che anche l’Europa abbia avuto un ruolo determinante nella loro diffusione.
Sì, perché anche il vecchio continente ha fatto diversi “regali indesiderati” ad altre parti del mondo, volontariamente e non. Il caso più celebre – e anche uno dei più gravi e longevi – è sicuramente quello che ha coinvolto la Lymantria dispar.
Le larve della Lymantria dispar sono defogliatrici e si nutrono di molte latifoglie, rappresentando un danno importante per piante e alberi, soprattutto per le Querce.
Nel XIX secolo un astronomo francese molto affascinato dal comportamento di queste larve ha importato dall’Europa all’America alcuni bruchi della Lymantria dispar, con l’obiettivo di ibridare la farfalla con il baco e produrre una seta eccezionale.
Quello che l’astronomo non sapeva però è che la farfalla europea è molto mobile e le sue larve si lasciano trasportare dal vento attaccate ai fili di seta che producono.
Quando se ne è reso conto, l’astronomo ha cercato immediatamente di allertare i servizi fitosanitari che però non hanno dato importanza alla cosa.
La farfalla si è conseguentemente diffusa in tutte le zone di latifoglie sia del Nord America che del Canada, diventando un insetto dannosissimo ancora oggi.
Parliamo di questo e di molto altro insieme alla professoressa Maria Luisa Dindo – docente di entomologia generale e applicata dell’Università di Bologna – in questo nuovo episodio della nostra rubrica.
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