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La parola dell’esperto: mitigazione dei cambiamenti climatici

Nella quarta puntata de La parola dell’espertoEmanuele Ziaco – docente e ricercatore dell’Università di Mainz che si occupa di dendrocronologia degli alberi e di anatomia del legno – approfondisce l’importante tematica della mitigazione dei cambiamenti climatici.

Attraverso decenni di studio, Ziaco e il suo team hanno esplorato come le piante reagiscono alla siccità, utilizzando parametri speciali noti come “proxy”. Questi parametri guardano alla storia di crescita delle piante in determinate zone e identificano quali specie prosperano e quali lottano. I proxy includono aspetti come l’anatomia del legno che rivela la “plasticità” delle piante, ovvero la loro capacità di adattarsi a climi e ambienti specifici. Una comprensione più profonda della plasticità delle piante offre un nuovo approccio nella selezione delle specie da favorire per preservare gli ecosistemi delle zone aride.

Una delle scoperte più sorprendenti è stata che molte piante, apparentemente sane, mostrano segni di danni interni quando esaminati più attentamente. Questi danni, rivelati nella struttura cellulare, possono compromettere le funzioni vitali della pianta nel lungo termine.

Foreste resilienti: la sfida della mitigazione dei cambiamenti climatici

Oltre a essere habitat vitali per una vasta gamma di specie, le foreste svolgono un ruolo fondamentale nella mitigazione del cambiamento climatico assorbendo anidride carbonica.

Tuttavia, nonostante la loro innegabile importanza, il messaggio di Emanuele Ziaco è diretto e perentorio: non possiamo permetterci di contare unicamente sulle foreste. Sebbene piantare alberi possa essere un simbolo di speranza e un passo nella giusta direzione, l’azione richiede un approccio più ampio. Per raggiungere gli obiettivi di gestione politica per la riduzione e la mitigazione dei cambiamenti climatici, è infatti essenziale comprendere la complessità dell’ecosistema forestale.

L’intervento del professor Ziaco offre quindi una panoramica approfondita su come l’analisi della crescita delle piante, la comprensione della loro plasticità e la gestione oculata delle foreste possano contribuire alla salvaguardia degli ecosistemi fragili delle zone aride. Questa ricerca non solo ci aiuta a comprendere meglio il mondo naturale che ci circonda, ma fornisce anche linee guida cruciali per proteggerlo per le generazioni future.

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