Lotta alla Zanzara Tigre: tra scienza e arte relazionale con il progetto StopTigre
Nel 2015, il Professor Marco Salvemini dell’Università Federico II di Napoli ha lanciato un ambizioso progetto denominato “StopTigre” rivolto alla soppressione della Zanzara Tigre (Aedes albopictus) sull’isola di Procida attraverso un modello di collaborazione comunitaria basato sul connubio tra scienza e arte.
Elemento centrale del progetto “StopTigre” è l’implementazione del Sterile Insect Technique (SIT), una strategia di controllo biologico che mira a ridurre la popolazione di zanzare attraverso il rilascio di maschi sterili.
Progetto, Tecnica e risultati
Inizialmente, per stimare quanti esemplari di Zanzara Tigre fossero presenti sull’isola, sono state utilizzate delle ovitrappole, dispositivi che raccolgono le uova delle zanzare. Questa fase ha visto la partecipazione attiva dei cittadini, un esempio di “Citizen Science” dove la comunità collabora direttamente con i ricercatori.
Con i dati raccolti, si è passati alla seconda fase, in cui sono state messe in atto azioni per ridurre la popolazione di zanzare. Anche in questa fase, il coinvolgimento della comunità è stato fondamentale.
Successivamente, nel 2023, grazie a un finanziamento PNRR della fondazione INF-ACT, è stata formalizzata una collaborazione con il Centro Agricoltura Ambiente “G. Nicoli” (CAA). Questo ha permesso di avviare i primi rilasci di maschi sterili in una zona pilota di 20 ettari a Chiaiolella.
Attualmente, ogni settimana, CAA fornisce 100.000 maschi sterili, che vengono spediti tramite corriere espresso e rilasciati sull’isola con l’aiuto del gruppo di ricerca del Professor Salvemini, del laboratorio di Nuove Tecnologie dell’Arte dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e dei cittadini di Procida.
L’obiettivo dell’iniziativa è quello di rappresentare un modello per l’applicazione della tecnica SIT (Sterile Insect Technique) su tutta l’isola. In caso di successo, Procida potrebbe infatti diventare la prima isola del Mediterraneo a dimostrare l’efficacia di questa tecnica nella soppressione della Zanzara Tigre, utilizzando metodi sostenibili e condivisi che non impattano negativamente sull’ambiente.
Lotta alla Zanzara Tigre: la tecnologia SIT
La Zanzara Tigre ha iniziato a colonizzare l’Italia dagli anni ’90, diventando rapidamente un problema per la sua aggressività e le punture fastidiose. Oltre al disagio che provoca, rappresenta un serio rischio sanitario, poiché è vettore di virus che causano malattie come Chikungunya, Dengue e Zika.
L’Italia ha visto concretizzarsi questo pericolo con due epidemie di Chikungunya: una nel 2007 in Romagna e l’altra nel 2017 in Lazio e Calabria.
Nonostante i significativi sforzi collettivi per contrastare questa zanzara, i risultati ottenuti sono stati spesso insufficienti per garantire una buona qualità di vita. In risposta a questa sfida, dal 1999, il Centro Agricoltura Ambiente (CAA) ha iniziato a sviluppare tecnologie di lotta genetica.
La Zanzara Tigre possiede infatti caratteristiche che la rendono un bersaglio ideale per la tecnica del maschio sterile (SIT – Sterile Insect Technique).
La strategia SIT prevede l’allevamento delle zanzare, la separazione dei maschi dalle femmine, la sterilizzazione dei maschi tramite radiazioni (gamma o X) e il loro rilascio nell’ambiente. Una volta liberati, questi maschi sterili si accoppiano con le femmine, rendendole incapaci di riprodursi.
Questo metodo non ha impatti negativi sull’ambiente, sugli animali o sulla salute pubblica.
L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA) è l’ente di riferimento mondiale per questa tecnologia e supporta le iniziative SIT per affrontare il problema delle zanzare invasive.
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