Strutture archeologiche: protezione e diserbo
Le strutture archeologiche, messe in luce dalle operazioni di scavo, subiscono un immediato e repentino trauma dovuto al cambiamento delle condizioni ambientali, relative al substrato in cui si sono conservate per secoli.
Forti sbalzi di temperatura, elevati tassi di umidità, irradiamento solare e diversi agenti atmosferici, quali pioggia, caldo e gelo, contribuiscono ad un’alterazione progressiva e spesso irreversibile delle strutture. Queste, in tempi molto brevi, se non opportunamente protette, vengono irreparabilmente danneggiate. Le aree archeologiche vengono anche velocemente colonizzate da piante infestanti in grado di ricoprirle nell’arco di una stagione.
Per evitare queste problematiche è necessario che i beni archeologici, una volta portati alla luce, vengano opportunamente tutelati con idonee coperture per evitarne il rapido degrado e consentirne la conservazione e successiva musealizzazione/valorizzazione.
Le metodiche da applicare sono nel complesso semplici e poco costose. E’ tuttavia necessario intervenire in modo tempestivo e con costanza nel tempo.
Protezione delle strutture archeologiche
Gli interventi da effettuare sono fondamentalmente due. Il primo è la protezione delle strutture archeologiche dai fenomeni atmosferici, in particolare dal caldo estivo e dal gelo invernale. Il secondo è il controllo delle erbe infestanti.
Alcune strategie per proteggere le strutture
La conservazione delle strutture viene effettuata applicando uno strato di geotessuto nel modo più solidale possibile alle superfici delle evidenze archeologiche. Le strutture da proteggere vengono ricoperte da teloni in PVC multistrato a doppia colorazione, bianca sopra e nera sotto. Questo sistema di copertura è fondamentale per prevenire l’attacco e lo sviluppo delle malerbe. La parte bianca del telone, riflettendo la luce del sole, serve ad evitare che temperature troppo alte possano recare danni. Mentre la parte nera, direttamente a contatto con il geotessuto, impedisce il passaggio della luce che favorisce lo sviluppo delle piante infestanti. Il PVC multistrato garantisce un’ottima resistenza, non è fotodegradabile e mantiene inalterate le proprie caratteristiche in tempi medio-lunghi.
Per garantire un’efficace tenuta della copertura in caso di piogge, si deve calcolare una maggiorazione della superficie dei teloni rispetto all’areale da proteggere. Ciò per assecondare al meglio avvallamenti e dislivelli dovuti alla conformazione delle strutture del sito. Per ancorare al suolo i teloni di copertura, sono da privilegiare materiali duraturi e non degradabili nel tempo, come ad esempio ciottoli e pietre di medie dimensioni, blocchi in conglomerato cementizio e sacchi in plastica non fotodegradabili riempiti di sabbia o terriccio. Possono anche essere usati ganci e barre in ferro infissi direttamente nel terreno.
Le erbe infestanti
Il trattamento contro le erbe infestanti deve essere effettuato in modo costante e continuativo fin dal termine dello scavo archeologico. L’apparato radicale crea gravi danni alle strutture facilitando il loro disgregamento. In questo caso, non raro, si deve intervenire con un’immediata azione di sfalcio delle piante infestanti cresciute tra le strutture e, se necessario, nelle adiacenze delle stesse. Le piante vanno tagliate e non sradicate per evitare danni.
Nelle aree fra le strutture archeologiche si effettuano interventi con erbicidi a basso impatto ambientale. I prodotti si distribuiscono omogeneamente mediante nebulizzazione con diffusori manuali. In presenza di piante infestanti di medie e grandi dimensioni tra le strutture archeologiche, è opportuno effettuare alcune iniezioni di liquido disseccante a livello del colletto e sulle radici per evitare ricacci che possono danneggiare ulteriormente murature e piani pavimentali.
Concludendo, si può dire che la manutenzione post-scavo delle aree archeologiche deve essere eseguita con opportune metodologie e tempistiche ben precise che, qualora non rispettate, rendono inefficaci gli interventi effettuati e soprattutto rischiano di compromettere in maniera irreversibile le strutture stesse.
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