Alimentazione dei romani: usi e costumi di un Impero
Lo studio di usi e costumi dei popoli antichi è alla base di ricerche durature che coinvolgono discipline complesse e la cui collaborazione ha il fine di comprendere la relazione tra l’attività umana e il sito archeologico preso in analisi.
Quello sull’alimentazione dei romani è, a questo proposito, uno degli studi più proficui degli ultimi anni: il novero disponibile di informazioni è infatti incredibilmente esteso.
Archeologia, letteratura e archeobotanica sono solo alcune delle discipline che ne permettono l’analisi: al contrario degli etruschi, i romani infatti solevano aggiornare costantemente i loro ricettari, oggi considerati prove inconfutabili di uno dei periodi più affascinanti della nostra civiltà.
La cultura alimentare dei romani
L’Impero Romano ha regnato sul mondo conosciuto per oltre 1200 anni, influenzando ogni terra e civiltà che ha dominato e mutando incessantemente fino alla sua caduta.
È quindi facile immaginare quanto l’alimentazione dei romani possa essere cambiata in dodici secoli di storia e a quanto ammonti il materiale culturale che oggi siamo in grado di analizzare.
Il numero di testi degli autori antichi che ne parlano è inimmaginabile, così come quello delle opere artistiche ritrovate che ne danno testimonianza.
Ma cosa sappiamo noi dalle fonti archeologiche e archeobotaniche che abbiamo a disposizione?
I reperti archeologici rinvenuti, anche in questo caso sono infiniti. Le costruzioni e gli edifici portati alla luce rappresentano infatti siti archeologici di inestimabile valore.
Dai depositi dei rifiuti ritrovati alle sepolture e tombe che all’epoca brulicavano di cibo e bevande, dalle cucine alle sale da pranzo: il materiale analizzabile non smette di riemergere, rievocando epoche e abitudini lontane ma mai totalmente abbandonate.
Alimentazione dei romani: cosa sappiamo grazie all’archeobotanica?
Dell’alimentazione dei romani sappiamo tanto soprattutto grazie alle fonti archeozoologiche e archeobotaniche ritrovate.
Nei siti archeologici presi in esame, i ricercatori hanno infatti recuperato ossa di animali e resti di piante, in particolare negli ambienti dedicati alla sepoltura.
Questi ritrovamenti consentono di capire quali specie animali venissero predilette e in quale periodo della loro vita venissero considerate pronte per essere consumate.
Gli studi sui resti botanici inoltre, permettono di fare luce sulla diffusione delle specie animali e vegetali del tempo, fornendo dettagli importanti sul loro passato utilizzo e sulla loro conseguente evoluzione.
L’alimentazione ha sempre rappresentato per la civiltà romana, un’importante fonte di guadagno oltre che di piacere. Al suo intorno gravitavano infatti, proprio come ora, interessi economici che andavano ben oltre a quello della “semplice” ristorazione del tempo.
I romani erano infatti molto abili nel trattamento delle materie prime, particolarità che fruttava loro un notevole ritorno economico.
Grazie ai resti organici ed altre tipologie di reperti, i ricercatori hanno difatti scoperto le varie fasi di lavorazione degli ingredienti utilizzati dai romani, ricostruendo conseguentemente le proprietà dei prodotti finiti.
Un passato che pare lontano infine, del quale custodiamo orgogliosamente l’influenza.
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