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Cappelle Medicee: cosa rivela l’archeobotanica?

Le Cappelle Medicee di Firenze sono il celebre mausoleo dei Medici, una delle famiglie più influenti del Rinascimento italiano.

Diventata particolarmente nota tra il XV e il XVI secolo, la famiglia Medici ha influenzato e controllato la politica fiorentina, prima con Cosimo I e poi con Lorenzo il Magnifico e sostenuto innumerevoli attività di mecenatismo nei confronti delle arti e delle lettere.

Nel 2004, l’importanza delle Cappelle Medicee è riemersa grazie al «Progetto Medici», una ricerca multidisciplinare per lo studio delle 49 sepolture dei Medici che ha coinvolto gruppi di studio dell’Università di Pisa, dell’Università di Firenze, della Soprintendenza ai Musei Fiorentini e dal Centro Agricoltura Ambiente Giorgio Nicoli.

capelle medicee

Figura 1 – I resti del neonato al momento del rinvenimento

Progetto Medici: l’esplorazione delle Cappelle Medicee

Il complesso monumentale delle Cappelle Medicee – iniziato nel 1519 sotto la direzione di Michelangelo Buonarroti – è parte integrante della Basilica di San Lorenzo, una delle chiese più antiche di Firenze.

Nel 2002 il dottor Antonio Paolucci, Soprintendente ai Musei Fiorentini, ha concesso il permesso di esaminare 49 dei membri della famiglia Medici sepolti nella chiesa. Questo studio ha conferito importanti informazioni sulle tecniche di autopsia dei chirurghi di corte del XVI secolo e sui diversi tipi di piante e sostanze utilizzate per imbalsamare i corpi durante il Rinascimento.

Le tombe analizzate riguardano il ramo più anziano della famiglia Medici (quello di Cosimo I e Lorenzo il Magnifico) e il ramo minore (quello dei Granduchi di Toscana) iniziato con Giovanni delle Bande Nere e terminato con Gian Gastone (1671-1737), l’ultimo granduca.

I risultati delle analisi polliniche

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Figura 2 – Il calco endotoracico del bambino di 5 anni

I campioni prelevati sono stati conservati in contenitori rigidi ermeticamente chiusi (una condizione che ha permesso la conservazione senza alterazioni del contenuto) e sono stati trasferiti al Laboratorio di Palinologia del C.A.A. Giorgio Nicoli.

Particolarmente importanti per le analisi palinologiche sono stati i campioni ricavati dalle piccole tombe ritrovate nello spazio funebre dedicato al grande sarcofago di Gian Gastone, appartenenti a figli inizialmente non identificati della famiglia Medici.

Nel campione relativo al figlio più grande è stata ritrovata una forte prevalenza di quercia, di piante aromatiche della famiglia delle Lamiacee, oltre a papavero, canapa, grano e menta. Per quanto riguarda il neonato invece, le analisi hanno evidenziato una forte prevalenza di camedrio, con presenza minore di olivo, vite, pino e camomilla.

Le specie rinvenute, in prevalenza appartenenti a piante aromatiche, potrebbero suggerire l’utilizzo di particolari unguenti profumati, mentre la presenza di granuli pollinici di pino suggerisce il possibile impiego di resine. La presenza di granuli pollinici di quercia fa ipotizzare l’utilizzo del tannino.

Incrociando le fonti della manualistica contemporanea relativa alle metodologie di imbalsamazione con le piante trovate a livello pollinico nei due piccoli principi medicei, è sorprendente rilevarne la corrispondenza.

L’incrocio delle fonti ha confermato l’uso delle piante trovate a livello pollinico per l’imbalsamazione dei due piccoli principi medicei.

Queste analisi specialistiche hanno quindi apportato nuovi contributi agli studi sulle metodologie di imbalsamazione andando ad individuare le tipologie di piante che venivano usate, alcune selezionate da chi praticava quel mestiere e altre probabilmente in base a ciò che era a disposizione nelle vicinanze del luogo di imbalsamazione.

fonti: Mummies and Science – World Mummies Research
Journal of Archaeological Science

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