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Il canale Navile di Bologna ospita un piccolo ragno predatore

Questa estate le sponde del canale Navile alle porte di Bologna si sono ricoperte di ragnatele di un piccolo ragno predatore (7-12 mm) della famiglia dei Tetragnathidae che, per la presenza di una forte infestazione di insetti chironomidi, da solitario costruttore di tele sulla vegetazione ripariale è diventato gregario (tele comuni).

Questi ragni si sono trasformati in comunità di architetti che insieme hanno costruito un’ imponente opera per intrappolare il maggior numero di chironomidi, degna delle sculture create da ragni di diverse specie ideate da Tomas Saraceno.

Canale Navile

Canale Navile: un ragno predatore limita l’infestazione di insetti chironomidi 

Questo fenomeno non è nuovo in Italia: è stato infatti già osservato a Ravenna nel 2015 e a Orbetello nel 2022.

Anche in questi casi era legato all’esplosione demografica di Chironomidi, ditteri molto simili alle zanzare che si sviluppano nei corsi d’acqua spesso vicino ai depuratori e possono, con la loro presenza, arrecare disturbo nelle aree residenziali limitrofe.

L’innata paura dei ragni è qualcosa che abbiamo dentro, un atavico campanello d’allarme nei confronti di animali utili in quanto predatori di insetti e in gran parte innocui per l’uomo. L’araneofauna italiana consta di oltre 1500 specie ma solo due sono pericolose per l’uomo: il famoso ragno violino e la vedova nera mediterranea.

I ragni non sono da demonizzare, la stragrande maggioranza delle specie sono utili e possono essere degli alleati dell’uomo nel contenere le popolazioni di insetti come sta avvenendo quest’anno sul canale Navile.

I cambiamenti climatici nei prossimi anni favoriranno sempre di più l’incremento delle popolazioni di insetti sinantropi, come le zanzare e i chironomidi, che inevitabilmente ridurranno la qualità della vita nelle nostre città.

Per contrastare questi effetti del clima risulterà indispensabile favorire meccanismi di competizione naturale incrementando la diversità degli ecosistemi urbani e riducendo l’impiego di insetticidi chimici a favore di mezzi di lotta biologica.

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