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Zanzare in inverno: le conseguenze del cambiamento climatico

Le zanzare in inverno non sono più una novità e la colpa è molto nostra.

Scambio merci e globalizzazione alimentano infatti la diffusione di zanzare “forestiere” come Aedes albopictus, la tanto temuta Zanzara Tigre, mentre il  cambiamento climatico facilita il loro insediamento anche in ambienti precedentemente non adatti alla loro proliferazione.

Con il riscaldamento globale, l’uomo ha quindi “semplificato la vita” a molti organismi, facilitandone i cicli produttivi e la possibilità di colonizzare nuovi spazi, mettendo però in forte pericolo la sua.

Alcune delle nuove specie introdotte inavvertitamente in un territorio sono infatti in grado di veicolare patogeni e conseguentemente diffondere gravi malattie.

Zanzare in inverno: i rischi sanitari 

Le temperature record degli ultimi anni continuano a provocare effetti tangibili sia nel regno animale che in quello vegetale.

Molti insetti resistono meglio infatti anche nelle stagioni tradizionalmente fredde, come nel caso delle zanzare in inverno.

Le proiezioni legate al cambiamento climatico indicano infatti che il sud Europa diventerà progressivamente più idoneo alla sopravvivenza di specie “aliene” come Aedes Albopcitus e Aedes aegypti e di conseguenza, alla diffusione di malattie esotiche come Dengue e Zika.

Mentre Aedes albopictus è già stabilmente diffusa nei nostri territori urbani, Aedes aegypti è considerata ad elevato rischio di introduzione nell’area mediterranea, essendo da poco stata ritrovata a Cipro.

Aedes albopictus e la lotta biologica 

La diffusione in ambito urbano di Aedes albopictus, meglio nota come Zanzara Tigre, fornisce uno degli esempi classici per questo tipo di fenomeni.

La sua incredibile capacità di adattamento le ha infatti permesso di colonizzare gran parte dei continenti in cui si è stanziata, entrando a far parte della fauna culicidica locale di molte nazioni.

Combatterne la diffusione senza danneggiare ulteriormente l’ambiente è quindi diventato un obiettivo necessario da perseguire.

Con questo scopo agisce CAA, da anni impegnato nello sviluppo di strategie a impatto zero, efficaci nel contenimento delle zanzare.

Nel caso specifico dell’Aedes albopictus CAA lavora da tempo allo sviluppo della tecnica del Maschio Sterile: una misura in grado di bloccarne la riproduzione senza nessuna ricaduta negativa sull’ambiente.

Come?

Ve lo racconta Romeo Bellini, entomologo e responsabile del settore Entomologia e Zoologia Sanitarie del Centro Agricoltura Ambiente.

fonti: La crisi climatica e rischi sanitari correlati alla diffusione di zanzare invasive (Claudio Venturelli e Carmela Matrangolo); Cambiamenti climatici e insetti infestanti (Claudio Venturelli)

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