Paesaggio naturale: evoluzioni e indagini archeoambientali
Il paesaggio naturale è un’entità dinamica, il cui cambiamento deriva dall’intervento costante di fattori disparati, positivi e non.
L’archeologia ambientale si occupa di studiare la stretta relazione tra uomo e natura, comprendendo il ruolo del primo nel cambiamento della seconda.
Il paesaggio naturale come specchio della società
L’importanza del paesaggio naturale è ingente: vero e proprio specchio della società, è difficile (se non impossibile) trovarne ancora uno completamente incontaminato.
Anche dove il mondo sembra totalmente abbandonato a se stesso, si possono notare segni – magari modesti – lasciati dall’uomo. I paesaggi antropici sono infatti il prodotto di una frequentazione umana molto lunga e intensa, che ha adattato l’ambiente naturale alle sue esigenze.
Per questo motivo è quasi impossibile comprendere la storia del paesaggio senza conoscere quella dell’uomo che l’ha modellato e viceversa.
Scegliendo dove abitare e dove impiantare le proprie attività, l’uomo ha infatti influito in modo determinante nel cambiamento del paesaggio naturale che lo circonda.
Fattore morfogenetico di riferimento degli ultimi millenni, l’essere umano ha progettato l’ambiente (e continua a farlo) suddividendolo, organizzandolo e superandone gli ostacoli.
Questo suo impatto però, non ha sempre portato a risvolti positivi, come dimostra il preoccupante e incessante aumento del riscaldamento globale.
L’evoluzione del paesaggio naturale nella storia
In Emilia – Romagna (come nel resto del mondo) i paesaggi naturali incontaminati non esistono ormai da secoli.
In alcune aree, soprattutto nelle località montuose, la presenza dell’operato dell’uomo è molto scarsa, ma viene rapidamente compensata da quella dei paesaggi completamente artificiali della bassa pianura.
Dal Neolitico in avanti – del resto – l’impatto dell’uomo sul paesaggio è stato determinante. Diventato agricoltore e cacciatore è infatti intervenuto attivamente sul cambiamento ambientale, modificandolo per la sua sopravvivenza.
Durante l’epoca romana, l’uomo ha iniziato a progettare il paesaggio, intervenendo sul corso dei fiumi, disboscando terreni e sviluppando soluzioni capaci di arginare gli ostacoli naturali che lo rallentavano.
Questo ha fatto sì che il suo impatto sul paesaggio naturale diventasse sempre più importante. Pensiamo solo alla centuriazione, organizzazione razionale del territorio – attuata dai Romani – grazie alla quale è possibile suddividere la pianura in parti regolari ben governate e coltivabili.
Le indagini archeoambientali
L’evoluzione del paesaggio naturale è monitorabile grazie all’attento sviluppo delle indagini archeoambientali, indispensabili quando si manifesta la necessità di valorizzare le preesistenze archeologiche nel sottosuolo.
Durante la progettazione di reti di comunicazione sotterranee è infatti frequente incontrare – soprattutto in Italia – resti archeologici di valore inestimabile, che ne impediscono la conseguente costruzione. Gli esempi sono ricorrenti, come abbiamo potuto constatare durante lo sviluppo della Linea C della metropolitana romana.
Da anni, nel territorio regionale, si susseguono diversi studi con lo scopo di trovare un metodo adatto alla comprensione dei dettagli lasciati dall’uomo nel paesaggio del quale si è appropriato.
Queste analisi hanno fornito, nel corso del tempo, un numero considerevole di dati, che facilitano la gestione e la pianificazione territoriale.
Banca Dati Archeoambientale
Il “Progetto Banca Dati Archeoambientale” nasce proprio dalla possibilità di disporre di un’ampia e variegata serie di dati ambientali (palinologici, carpologici, xilo-anracologici, faunistici, malacologici, ecc) e di datazioni radiometriche e archeologiche su scala regionale, che consentono di poter andare a ritroso nel tempo e vedere i cambiamenti non solo vegetazionali ma anche climatici che si sono succeduti nelle epoche passate.
Un’iniziativa – quella della Banca Dati Archeoambientale – capace di agevolare scambi di dati e collaborazioni tra gli enti, che possono così completare e arricchire di informazioni determinati contesti.
Le fonti a disposizioni sono numerosissime ma necessitano di un’analisi analitica particolarmente minuziosa.
L’elaborazione di una scheda completa può rappresentare quindi una soluzione funzionale alla raccolta di informazioni, capace di ricostruire molto più velocemente l’evoluzione ambientale dei territori in esame.
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