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SQNPI: il controllo qualità dell’agricoltura integrata

SQNPI è lo schema di certificazione volontario per valorizzare i prodotti agricoli ottenuti mediante tecniche di produzione integrata.

Ufficialmente in vigore dal gennaio del 2016, il Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata viene applicato su richiesta a tutti gli operatori (privati o associati) che adottano questo metodo di produzione, con l’obiettivo di riconoscerne e valorizzarne il lavoro.

Seppure estendibile a chiunque decida di possederlo, l’SQNPI è un sistema di produzione realizzato attraverso il rispetto di norme tecniche specifiche per ciascuna coltura, in conformità ai Disciplinari di Produzione Integrata regionali.

Chi lavora in conformità dello schema deve infatti usare materie prime approvate dalla certificazione oltre a garantirne tracciabilità e assenza di contaminazione.

SQNPI

Come funziona il sistema di controllo? 

Lo schema SQNPI ha quindi il compito di assicurare al cliente il consumo di prodotti coltivati nel rispetto di tecniche agronomiche sostenibili e sensibili alla salute dell’ambiente e dell’uomo.

Ma come avviene questo controllo?

Il monitoraggio previsto dal Sistema di Qualità di Produzione Integrata si sviluppa su due livelli strettamente connessi tra di loro.

Innanzitutto si procede con un autocontrollo aziendale effettuato da operatori interni selezionati che hanno il compito di verificare il rispetto dei requisiti prefissati.

Una volta superati questi primi accertamenti, le attività dei soggetti in questione vengono controllate e dichiarate idonee (o non) da figure specifiche autorizzate direttamente da MIPAAF .

Condizioni e vantaggi del SQNPI 

Aderire allo schema SQNPI significa quindi adottare un sistema di produzione amalgamato alle norme tecniche dei disciplinari regionali e alle particolarità fitosanitarie del territorio italiano.

Del resto per produzione integrata si intende proprio questo: un sistema di produzione volto a ridurre al minimo l’uso delle sostanze chimiche di sintesi (prodotti fitosanitari e fertilizzanti) ma anche il consumo dell’acqua e dell’energia, senza compromettere la qualità del prodotto e nel rispetto dell’ambiente e della salute dell’uomo.

In Emilia-Romagna aderire al SQNPI e alla produzione integrata è una scelta lodevole e coraggiosa ma anche particolarmente sostenuta dalla regione stessa.

La programmazione della politica agricola comunitaria 2023-2027 ha infatti recentemente previsto risorse per 913,2 milioni di euro, posizionando l’Emilia-Romagna al primo posto per finanziamenti ottenuti fra i territori del Centro Nord.

Investire in un’agricoltura sostenibile (in tutte le sue declinazioni) si conferma uno dei buoni propositi della regione, sempre più attenta a ricerca, innovazione tecnologica e rispetto dell’ambiente e della salute dell’uomo e del lavoratore.

Fonte: DNV, Reterurale, CSQA, Regione Emilia-Romagna

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