Home » Allergie stagionali: gli effetti del cambiamento climatico sulla fioritura

Allergie stagionali: gli effetti del cambiamento climatico sulla fioritura

Le allergie stagionali sono una realtà con cui molte persone convivono, in particolare esistono le allergie invernali e le primaverili con conseguenze significative per chi ne soffre.

Durante l’inverno, le allergie possono essere causate anche da muffe e polveri domestiche ma con l’inizio della fioritura di alcune piante, il polline inizia a diventare un fattore scatenante.

La transizione verso la primavera è caratterizzata dalla fine delle fioriture invernali e dall’inizio delle allergie primaverili, con specie erbacee come le parietarie e altre piante dei prati che diventano dominanti.

L’impatto del cambiamento climatico sulla fioritura

Il cambiamento climatico sta provocando significativi mutamenti nella vegetazione e nei cicli di crescita delle piante, con notevoli ripercussioni sulle allergie stagionali.

L’alterazione di questi modelli stagionali ha infatti portato a una anticipazione dell’attività vegetativa e alla prolungata persistenza delle piante in fase di produzione di polline.

Questo fenomeno si traduce in una sovrapposizione temporale delle fasi di fioritura delle piante invernali e primaverili, rendendo la compresenza del polline nell’aria più complessa e variegata.

L’estensione temporale della presenza del polline nell’atmosfera – sebbene con concentrazioni inferiori in singoli momenti – si protrae conseguentemente per un periodo più lungo, aumentando l’esposizione delle persone allergiche a un mix di allergeni vegetali.

In questo contesto, diventa più arduo distinguere i diversi tipi di polline responsabili dei sintomi allergici, rendendo la gestione delle allergie primaverili una sfida aggiuntiva per pazienti e operatori.

Ecco che in questo contesto, il monitoraggio delle variazioni vegetative e delle concentrazioni di polline assume un ruolo cruciale nella comprensione e nella gestione delle allergie stagionali.

Attraverso il monitoraggio aerobiologico è dunque possibile rilevare le fluttuazioni nella produzione di polline delle diverse specie vegetali, fornendo dati fondamentali per prevedere le stagioni allergiche e implementare strategie di prevenzione e gestione.

allergie stagionali

Allergie stagionali: il contributo del Centro Agricoltura Ambiente

La gestione delle allergie richiede un approccio multifattoriale ed è importante che i soggetti allergici seguano le previsioni polliniche per sapere quando i livelli di polline sono più alti.

In questo contesto, il Centro Agricoltura Ambiente gioca un ruolo cruciale mediante il bollettino dei pollini allergenici che consente di avvertire chi soffre di allergie primaverili.

Grazie al monitoraggio dell’aria, è infatti possibile assistere al progressivo aumento dei pollini di determinate fioriture invernali e comunicarlo tempestivamente. Il bollettino è consultabile da chiunque e permette di seguire in tempo reale le variazioni delle concentrazioni in aria delle diverse famiglie allergiche.

Il monitoraggio aerobiologico del Centro si occupa del riconoscimento dei granuli pollinici, delle spore e di altri particolati presenti nell’aerosol biologico, tramite apposite stazioni di monitoraggio.

Queste stazioni catturano i granuli pollinici, le spore e i particolati aerodiffusi, che vengono poi analizzati dal laboratorio del Centro per identificare le particelle che causano allergie stagionali o pollinosi.

Questo sistema di monitoraggio è fondamentale per il controllo delle allergopatie e fornisce  informazioni essenziali per gestire le allergie sia invernali che primaverili in modo efficace.

Condividi l’articolo!