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Archeobotanica: alla scoperta delle mummie siciliane

Negli ultimi decenni l’archeobotanica ha apportato un importante contributo alla conoscenza delle mummie presenti in Italia, come abbiamo visto per Cangrande della Scala e alcuni membri della dinastia Medicea.

Le ricerche hanno infatti permesso di svelare alcuni particolari di grande interesse: tra questi, ad esempio, è stato possibile identificare quali cibi, bevande o sostanze tossiche erano state assunte dal defunto prima di morire, quali particolari essenze aromatiche/medicamentose erano state impiegate nel rituale funebre oppure quale vegetazione ed ambiente faceva da sfondo alla sepoltura.

In questo contesto, il “Progetto Mummie Siciliane” ha aperto una finestra sulla storia della conservazione dei corpi nella Sicilia moderna. Attraverso studi botanici approfonditi su sepolture in varie località della regione, inclusa Piraino nella provincia di Messina, sono infatti emerse informazioni sorprendenti sulle pratiche funebri e sull’ambiente circostante.

Nell’ambito di questo progetto, sono state condotte indagini botaniche, tra cui analisi polliniche, carpologiche e xilologiche, su mummie naturali risalenti ai secoli XVIII e XIX.

Mummie siciliane: l’archeobotanica nella ricostruzione storica

Il “Progetto Mummie Siciliane“, avviato nel 2007, ha puntato i riflettori sulle misteriose deposizioni presenti in varie località dell’isola. Fra queste, una particolare attenzione è stata rivolta alle mummie naturali di Piraino, un antico centro sulla collina della Sicilia nord-orientale.

Qui, nella cripta della Chiesa Madre, sono stati prelevati campioni di materiale vegetale da mummie appartenenti al XVIII e al XIX secolo e grazie a tecniche all’avanguardia, è stato possibile analizzare rami, foglie, semi e frutti, fornendo così un quadro dettagliato delle piante impiegate nei rituali funebri.

Le indagini botaniche hanno rivelato un panorama ricco e variegato di piante, offrendo preziose informazioni sulle pratiche di conservazione dei corpi e sull’ambiente circostante.

Innanzitutto, il ritrovamento di piante aromatiche e medicinali ha sottolineato un uso diffuso di unguenti e profumi per preservare i corpi nel tempo. L’analisi pollinica ha poi permesso di tracciare un ritratto dettagliato del paesaggio vegetale dell’epoca, rilevando l’eventuale presenza di specie locali ed extralocali.

Le ricerche condotte nel Sepolcro dei Sacerdoti di Piraino hanno infine portato alla luce antiche pratiche di conservazione dei corpi, permettendo di identificare le piante impiegate e i loro molteplici utilizzi. Grazie all’approccio botanico, è stato quindi possibile ricostruire un importante capitolo della storia della Sicilia moderna, evidenziando l’importanza delle piante nella vita quotidiana e nei rituali funebri di queste antiche comunità.

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