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Gestione rifiuti urbani: la pratica dell’autocompostaggio

I cittadini dell’Emilia-Romagna producono mediamente 667 kg/anno di rifiuti urbani pro capite. La raccolta differenziata media è pari al 71%, e in alcuni territori raggiunge e supera l’80%.

Complessivamente, la nostra regione ha quindi ottenuto ottimi risultati, che la pongono all’avanguardia a livello nazionale. La strada del miglioramento, però, è sempre aperta.

I rifiuti urbani e l’impegno di CAA

Centro Agricoltura Ambiente si impegnada oltre 25 anni nell’elaborazione di proposte e progetti mirati all’evoluzione dei sistemi di gestione dei rifiuti urbani e alla diffusione delle raccolte differenziate.

Sono diverse le linee d’azione che sono state identificate per sviluppare questo ambito di attività. Possiamo individuare la riduzione della produzione dei rifiuti, l’ulteriore diffusione delle raccolte differenziate, soprattutto nei territori più deficitari, come quelli collinari e montani. Ma anche la diminuzione del residuo secco non riciclabile, l’ottimizzazione dei percorsi di raccolta e l’incremento della qualità merceologica dei rifiuti prodotti.

La pratica del compostaggio

Fra gli strumenti che si stanno sviluppando per conseguire alcuni degli obiettivi indicati, va certamente annoverata la diffusione del compostaggio dei rifiuti organici, in particolare nei territori e in quelle realtà che presentano limitate produzioni. Ci si riferisce quindi all’autocompostaggio, cioè al compostaggio domestico per singola utenza produttrice, e al compostaggio di comunità, il compostaggio in comune tra più utenze produttrici. La Regione Emilia-Romagna ha stimato che attraverso questi sistemi venga gestito circa il 7% del rifiuto umido domestico destinato a recupero.

Ampi margini di diffusione di questa pratica sono conseguibili attraverso lo sviluppo di interventi di divulgazione rivolti alla popolazione. Si dovrebbe anche puntare al miglioramento delle attrezzature e dei servizi messi a disposizione dei cittadini.

Verifiche domiciliari

Sono state effettuate verifiche domiciliari presso le utenze che praticano l’autocompostaggio. È stato possibile rilevare che, in genere, le principali criticità che limitano la diffusione della pratica sono il timore della produzione di cattivi odori, il rischio di proliferazione di animali opportunisti, in particolare roditori, e la difficoltà di gestione di ramaglie e scarti di potature.
Per affrontare e trovare soluzione a queste criticità sono stati predisposti due progetti sperimentali, attivati sul territorio di alcuni comuni della collina bolognese e parmense, e di alcuni comuni della pianura bolognese.

Componente organica dei rifiuti urbani: la compostiera rotante 

rifiuti urbani

Il primo progetto punta a risolvere le prime due problematiche considerate, promuovendo la diffusione di una tipologia di compostiera completamente innovativa: la compostiera rotante.
La compostiera rotante consente un più agevole e corretto rimescolamento del materiale contenuto, semplicemente ruotando manualmente il corpo della struttura. La conseguenza è un più adeguato sviluppo del processo di compostaggio e una riduzione dei rischi di emissioni di odori sgradevoli.
Inoltre, l’attrezzatura, essendo sollevata da terra e potendosi chiudere completamente, non permette l’accesso ai roditori e ne impedisce la proliferazione.

Componente organica dei rifiuti urbani: il composharing 

rifiuti urbani

Il secondo progetto promuove il cosiddetto “composharing”, ovvero un servizio di triturazione delle ramaglie e delle potature a chiamata. Le utenze che aderiscono all’iniziativa usufruiscono, presso il proprio domicilio, del servizio svolto da una squadra di operatori. Gli addetti, utilizzando un trituratore mobile, trattano i residui legnosi, derivanti in genere dalla manutenzione del giardino domestico. L’operazione consente una riduzione dei volumi occupati fino a circa 1/10 di quello iniziale. L’intervento produce un materiale riutilizzabile dalle stesse utenze nelle compostiere, come strutturante del processo di compostaggio, o come pacciamante negli orti e nei giardini.
Attraverso il servizio fornito si favorisce quindi il recupero di questi scarti organici direttamente presso chi li ha prodotti, superando le problematiche connesse alla loro raccolta e successivo recupero, con vantaggi per l’intera collettività.

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