La parola dell’esperto: la lotta biologica classica
Negli ultimi appuntamenti della nostra rubrica “La parola dell’esperto” ci stiamo concentrando sull’impiego degli insetti in lotta biologica.
Per farlo, siamo partiti da una distinzione fondamentale, quella tra lotta aumentativa, lotta classica e lotta conservativa.
Dopo aver analizzato approfonditamente la lotta biologica aumentativa, nell’episodio di oggi entriamo nel dettaglio della più celebre lotta biologica classica, che sfrutta i rapporti di antagonismo fra gli organismi viventi per limitare la popolazione dell’insetto dannoso.
Nell’era moderna la lotta biologica classica è stata la prima tipologia di lotta biologica con insetti entomofagi ad essere applicata.
Le sue origini risalgono al 1888 – accreditato oggi come suo anno di nascita – nella luminosa California del Sud dove al tempo si trovavano – e si trovano tutt’ora – dei bellissimi aranceti. In quegli anni dall’Australia era giunto un insetto molto dannoso, una cocciniglia che prende il nome di Icerya purchasi e che nel suo territorio di origine, era assolutamente innocua.
Ben presto i californiani capirono però che, nel loro territorio, l’Icerya purchasi arrecava invece grosso danno ai loro splendidi aranceti.
In poco tempo la Icerya purchasi si è adattata perfettamente alle condizioni del territorio ospitante ed è esplosa numericamente, causando danni ingentissimi agli aranceti californiani.
Come è stato risolto questo problema?
Grazie all’intervento dell’entomologo Charles Riley che pensò di recarsi nel paese d’origine di questa cocciniglia così dannosa per cercare dei nemici naturali in grado di tenerne a bada le popolazioni. Tra questi Riley individuò la coccinella Rodolia Cardinalis e la introdusse in California del Sud.
Una volta introdotta e moltiplicata, la lanciò negli agrumeti californiani. Acclimatata nel giro di tempi molto rapidi, la Rodolia Cardinalis ha riportato la cocciniglia Icerya purchasi a densità di popolazione molto basse.
Parliamo di lotta biologica classica con la professoressa Maria Luisa Dindo – docente di entomologia generale e applicata dell’Università di Bologna – in questo nuovo episodio della nostra rubrica.
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