Strategia di lotta del maschio sterile: l’attività continua
E’ ormai evidente che anche nelle realtà dove sono in atto notevoli sforzi collettivi per contrastare la Zanzara Tigre, i risultati siano comunque insufficienti a garantire un buon livello di qualità di vita.
Consapevole di questa difficoltà CAA, a partire dal 1999, ha iniziato un filone di ricerca rivolto allo sviluppo di tecnologie di lotta genetica.
La Zanzara Tigre ha caratteristiche biologiche che la rendono un target idoneo per l’applicazione della tecnologia SIT (Sterile Insect Technique o del maschio sterile).
La strategia di lotta del maschio sterile si basa sull’allevamento della specie nociva, la separazione dei maschi dalle femmine, sulla sterilizzazione dei maschi e sul loro rilascio in ambiente dove, accoppiandosi con le femmine vergini, le rendono sterili in modo definitivo.
Si tratta di una metodica che non ha alcun impatto negativo sull’ambiente, sugli animali e sulla salute pubblica.
Come sta procedendo l’attività di contrasto alla Zanzara Tigre nel 2023?
Nel 2023 è proseguita la collaborazione con IAEA e altri enti interessati a sviluppare la tecnologia SIT in diversi paesi europei: Croazia, Germania, Grecia, Portogallo, Serbia e Svizzera.
In Italia è proseguita l’esperienza sull’applicazione in campo della lotta biologica alla Zanzara Tigre in un‘area di circa 60 ettari a Casteldebole di Bologna.
Il rilascio dei maschi sterili è stato realizzato bisettimanalmente dall’inizio di maggio al 10 ottobre in modo da coprire l’intera stagione riproduttiva. Sono stati rilasciati complessivamente oltre 5 milioni di maschi sterili.
Nell’area pilota di Casteldebole sono state attivate 15 ovitrappole per monitorare la densità di zanzare e valutare la riduzione rispetto all’andamento della popolazione registrata nel restante territorio Comunale.
Strategia di lotta del maschio sterile: i risultati della stagione 2023
I primi risultati evidenziano un progressivo incremento della riduzione del numero di uova nell’area SIT rispetto al restante territorio di Bologna, che si è attestato sul 60%.
La popolazione nell’area SIT si è mantenuta sotto la soglia di 300 uova/14gg, considerata accettabile dal punto di vista sociale (per la fruizione degli spazi verdi) e sanitario, per evitare la diffusione dei virus chikungunya e dengue per i quali il rischio di introduzione dall’estero – con i viaggiatori di ritorno da paesi dove la malattia è endemica – nei nostri territori è alto.
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