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Alimentazione degli etruschi: cosa ci raccontano i reperti?

L’archeobotanica è la scienza che studia i resti botanici rinvenuti nei siti archeologici, con l’obiettivo di determinare la costante evoluzione della relazione tra uomo e ambiente.

La domanda che potrebbe sorgere spontanea dopo questa breve anticipazione è una questione che molti si pongono e alla quale cerchiamo di dare, con studio e ricerca, spiegazioni esaustive.

Perché, ancora oggi, è importante conoscere usi e costumi del passato, analizzare l’alimentazione degli etruschi e dei romani o studiare i reperti archeobotanici del Medioevo?

Scopriamolo insieme.

alimentazione degli etruschi

Alimentazione degli etruschi: cosa sappiamo?

Ricostruire l’alimentazione degli etruschi è un compito complesso e delicato, nonostante i grandi progressi conseguiti ultimamente dalla tecnologia.

A differenza di quella romana infatti, la tradizione culinaria etrusca non veniva aggiornata in ricettari o manuali del tempo. Possiamo avere informazioni in merito grazie agli studi archeobotanici e all’iconografia funeraria.

La terra ha sempre avuto, come è facile immaginare, un ruolo fondamentale nella dieta prediletta dagli etruschi. Lo sviluppo eccezionale dell’agricoltura, ha difatti influito in modo predominante nel determinare l’alimentazione prediletta del celebre popolo italico in questione.

Orzo, avena e farro erano gli alimenti maggiormente coltivati e utilizzati dagli etruschi, promotori della coltivazione intensiva della vite, importante fonte culinaria e commerciale.

Il banchetto: religione e società

Grandi appassionati di momenti conviviali, gli etruschi organizzavano spesso sontuosi banchetti: carne, condimenti, olive e spezie saziavano i commensali in situazioni disparate.

Grazie agli studi inerenti all’alimentazione degli etruschi, sappiamo oggi che nella fiorente Etruria i banchetti venivano organizzati per scopi religiosi e sociali: un saluto per chi lasciava il mondo terreno e un’occasione conviviale per i membri delle classi sociali più agiate.

Carni bollite e arrostite, uova e torte al formaggio erano alla base di ogni banchetto. Fedele compagno della carne era l’alloro, tipicamente utilizzato per insaporire le pietanze ed estremamente semplice da reperire.

Secondi i diversi studi di archeobotanica svolti nei siti archeologici individuati al tempo dell’antica Etruria, l’alloro cresceva naturalmente e in grandi quantità nei boschi.

Alimentazione degli etruschi: passato e futuro si incontrano

Usi e costumi del popolo etrusco sono giunti fino a noi grazie allo studio dell’iconografia e a quello dell’archeobotanica, con l’analisi dei resti rinvenuti nei siti archeologici.

Resti che, oltre a importanti informazioni sul passato, sono in grado di fornirci indicazioni indispensabili per il futuro del pianeta.

Classificare la biodiversità vegetale nei siti archeologici presi in analisi è infatti un’attività che utilizza la flora del contesto come indicatore dei cambiamenti vegetazioni e ambientali già avvenuti e in avvenire.

Ecco che, studiare il passato, apre un’importante porta verso il futuro, agendo con preavviso e cercando, dove possibile, di migliorarlo.

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