La sostanza organica nella tutela della fertilità del suolo
L’apporto di sostanza organica al suolo agrario costituisce un elemento di primaria importanza agronomica, in particolare nell’ambiente mediterraneo.
Sul territorio nazionale, per la gran parte appartenente a questo clima, si fanno sempre più concreti i rischi di progressiva desertificazione. L’adeguata presenza di sostanza organica nel terreno risulta determinante nel garantire il mantenimento del valore della fertilità biologica.
Le funzioni della sostanza organica nel terreno
La sostanza organica è in grado di svolgere nel terreno agrario numerose funzioni ai fini della sua fertilità biologica. Queste possono distinguersi in azioni di carattere fisico, chimico e biologico.
Funzioni fisiche
La sostanza organica favorisce il miglioramento della struttura del terreno e della sua porosità. Contribuisce alla formazione di aggregati e aumenta la stabilità degli stessi. Riduce la gravità dei fenomeni di costipamento, particolarmente pericolosi nei terreni argillosi. Limita l’incidenza dei fenomeni erosivi, garantendo un accrescimento della capacità di ritenzione idrica nei terreni sciolti e della permeabilità nei terreni compatti.
Con la sostanza organica, inoltre, è ridotto al minimo il pericolo di formazione di spesse croste superficiali, in particolare nei terreni limosi. Nei terreni argillosi le interazioni tra sostanze umiche e frazione argillosa consentono di ridurre i fenomeni di contrazione e di rigonfiamento delle argille. Si attenuano così i problemi di crepacciatura che si verificano durante i periodi siccitosi.
L’aumento della porosità totale influenza direttamente lo sviluppo radicale, facilitando la penetrazione delle radici e i movimenti dei liquidi e dei gas nel terreno.
Un ulteriore effetto positivo è dato dall’aumento della quantità di acqua che il suolo è in grado di trattenere, funzione particolarmente importante nei terreni sciolti e nei periodi siccitosi.
Funzioni chimiche
La sostanza organica esercita un’influenza diretta sulla nutrizione dei vegetali con la messa a disposizione, durante i processi di mineralizzazione, degli elementi necessari alla loro crescita (azoto, fosforo, potassio, ferro e microelementi).
L’azoto presente nei fertilizzanti organici (letame, compost ecc.) viene liberato gradualmente durante i processi di mineralizzazione della sostanza organica, consentendone un rilascio equilibrato e costante ed evitando i pericoli di dilavamento e di inquinamento degli acquiferi.
La sostanza organica favorisce le attività di chelazione e di complessazione. Queste, contribuiscono a limitare la mobilità dei metalli pesanti nel terreno e i conseguenti rischi per le catene alimentari. La sostanza organica contribuisce anche all’aumento della Capacità di Scambio Cationico del terreno, grazie al quale una quantità maggiore di elementi della fertilità può rimanere più a lungo nella zona radicale e può perciò essere più facilmente utilizzata dalle piante.
Altra importante funzione di tipo chimico riguarda la reazione del terreno (pH), particolarmente importante nei terreni alcalini (pH>8,1) e subalcalini (7,3<pH<8,1). Un effetto secondario della decomposizione della sostanza organica è la produzione di composti acidi che possono provocare una diminuzione di tali valori.
Funzioni biologiche
La presenza di sostanza organica nel terreno, in particolare nella sua componente umificata, favorisce la presenza e l’attività di un gran numero di microrganismi degradatori.
Tale ruolo risulta di fondamentale importanza per la fertilità del suolo, in quanto uno sviluppo abbondante ed equilibrato di organismi viventi nel terreno è condizione essenziale per la creazione di condizioni ottimali di vivibilità per i vegetali.
La superiorità produttiva di certi terreni ben dotati di sostanza organica risulta imputabile alla presenza di acidi umici e fulvici, frutto della degradazione dei composti organici. Ma anche alla maggiore presenza di sostanze ormonali e di particolari composti intermedi prodotti dell’attività microbica (aminoacidi, vitamine, enzimi ecc.).
L’attività di tali organismi rende disponibili elementi nutritivi attraverso i processi di mineralizzazione. Contribuisce anche alla demolizione e alla degradazione di composti che potrebbero interferire negativamente con la crescita delle colture.
La biomassa e gli enzimi da essa prodotti sono in grado di demolire un gran numero di composti organici, compresi numerosi gruppi di molecole di sintesi fonti di inquinamento, provenienti sia dall’attività agricola sia dall’esterno.
Gli organismi saprofiti non patogeni presenti nel compost possono inoltre limitare la colonizzazione del terreno da parte di eventuali organismi patogeni, grazie a meccanismi competitivi e di antibiosi.
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