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Fanghi di depurazione: una risorsa per l’economia circolare

Che cosa sono i fanghi di depurazione?

fanghi di depurazione sono il principale residuo dei trattamenti depurativi delle acque reflue. Sono composti da tutte quelle sostanze, organiche e inorganiche, che devono essere sottratte a tali acque prima della loro reimmissione nell’ambiente.

I sistemi utilizzati per lo smaltimento dei fanghi di depurazione sono molteplici: pensiamo, ad esempio, alla discarica o all’incenerimento. Se i materiali presentano caratteristiche idonee, è possibile il loro riutilizzo, ad esempio attraverso lo spandimento sui terreni agricoli. I fanghi sono da tempo utilizzati come fertilizzanti in agricoltura, grazie al loro buon contenuto di elementi nutritivi, quali azoto, fosforo e potassio. Il loro recupero in agricoltura ha l’obiettivo di apportare elementi nutritivi e sostanza organica ai terreni agrari, ormai caratterizzati da una fertilità biologica in progressiva diminuzione.

Il riutilizzo dei fanghi è una valida possibilità di soluzione al problema dello smaltimento. E’ altresì interessante per la sua efficacia agronomica ed economica. È anche un’efficace alternativa alla concimazione chimica o ad altri tipi di concimazione organica

Gestione e trattamento

È con una normativa nazionale del 1992, in seguito revisionata e aggiornata nel 2018, che viene regolamentata la pratica del recupero in agricoltura dei fanghi di depurazione. Si individua nel riutilizzo in agricoltura la modalità ambientale più sostenibile per garantire una corretta destinazione finale di questi materiali.

A partire dal 2004, fino a disposizioni di recente adozione, la Regione Emilia-Romagna ha integrato attraverso propri atti legislativi le direttive nazionali che regolamentano tale attività. Ha anche anticipato alcune decisioni prese solo successivamente a livello nazionale, tra cui l’obbligo di disporre di adeguati impianti per lo stoccaggio dei fanghi, in attesa del loro riutilizzo in agricoltura.

La Regione Emilia-Romagna da sola produce 387 mila tonnellate di fanghi, il 12,4% del totale nazionale, ed è preceduta solo dalla Lombardia, che ne produce 445 mila tonnellate, il 14,2%. Dei 3,1 milioni di tonnellate di fanghi prodotti in Italia, solo 1,3 milioni vengono trattati per il recupero di energia e nutrienti. Questo significa che oltre la metà di tali materiali non è soggetta ad alcun tipo di riutilizzo.

Fanghi di depurazione ed economia circolare

È necessario e fondamentale incrementare il più possibile il numero di impianti di depurazione per poter aumentare il livello qualitativo delle nostre acque superficiali. Il ciclo idrico si conclude in maniera corretta quando le acque reflue prodotte da tutti noi ritornano in natura debitamente depurate. Più fanghi si producono, maggiori sono i benefici per l’ambiente.

L’attività di corretta gestione di questi materiali è preziosa per permettere di preservare l’ecosistema, e la depurazione delle acque reflue dei cittadini è un sistema realmente rappresentativo di bioeconomia. L’incrocio virtuoso tra sostenibilità ambientale e sostenibilità economica porta a sfruttare in maniera intelligente le risorse rinnovabili di origine biologica, indirizzandole verso logiche circolari.

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